Ernia del disco e protrusione: cosa sono, quali differenze ci sono tra le due e come bisogna intervenire?
Cos’è l’ernia del disco?
Quando vi è un’alterazione dello spessore o della posizione dei dischi intervertebrali – ovvero le piccole strutture circolari poste tra una vertebra e l’altra che hanno il “compito” di ammortizzare e distribuire la sollecitazione che deriva dai movimenti del corpo – si parla di discopatia. Ve ne sono di due tipi: l’ernia del disco e la protrusione discale. Per quel che riguarda la prima, si parla di un deterioramento del disco che porta alla rottura dello stesso e alla fuoriuscita del nucleo polposo. Questo va ad invadere lo spazio circostante con conseguente compressione delle radici nervose, determinando dolore ed infiammazione.
Come si cura l’ernia del disco?
Una volta capito cos’è, andiamo a comprendere come si cura l’ernia del disco. Il trattamento è subordinato alla gravità della situazione: in alcuni casi è sufficiente una terapia farmacologica, abbinata a trattamenti fisioterapici, terapie fisiche e ginnastica terapeutica. Se l’ernia del disco è di media entità si preferisce iniziare con un approccio conservativo ma, nel caso in cui siano trascorsi 6-7 mesi e non si siano ottenuti i risultati sperati, si può optare per l’asportazione dell’ernia. In casi più rari, invece, quando si ha un interessamento del nervo motorio che porta a disturbi della sensibilità e della forza dei piedi, è necessaria l’operazione.
Come si cura l’ernia del disco in questo caso? L’intervento si effettua sotto anestesia e richiede solitamente una sola notte di ricovero. Dopo circa un mese si dovrà ricorrere alla fisioterapia. Inizialmente si dovrà partire con terapie fisiche per alleviare il dolore, se presente, e poi proseguire con le attività di riabilitazione della colonna vertebrale. Molto importante sarà alla fine rafforzare i muscoli della parte centrale del corpo per conferire stabilità alla colonna.
Cos’è la protrusione discale?
Passiamo ora alla protrusione discale, che è la discopatia più comune. Essa si distingue dall’ernia in quanto si caratterizza per una fuoriuscita del disco dal suo spazio naturale andando ad invadere quello circostante, sino ad entrare in contatto con le radici nervose vicine. Questo fenomeno tende a verificarsi nel momento in cui il disco perde spessore o va incontro a disidratazione.
La protrusione del disco provoca un dolore che può irradiarsi lungo il nervo sciatico (ovvero la parte posteriore della gamba) oppure lungo il nervo crurale, andando così a coinvolgere l’inguine e la coscia nella parte anteriore. Qualora vi fossero questi sintomi, è consigliato recarsi da uno specialista ed eseguire un esame diagnostico e la lastra – meglio se risonanza magnetica – per verificare l’entità della lesione.
Cosa fare in caso di protrusione?
Inizialmente si parte con una terapia conservativa con farmaci, solitamente analgesici – come il paracetamolo – antinfiammatori o, in casi più gravi, si può far ricorso al cortisone. Inoltre ci si dovrebbe affidare ad un fisioterapista professionale per seguire un programma riabilitativo mirato alla guarigione e ad evitare eventuali ricadute in futuro. Le terapie fisiche come laser, tecar e tens sono molto utili nella prima fase di dolore acuto, poi si prosegue con la terapia manuale e varie tecniche manuali, riabilitazione posturale, massoterapia ed esercizi mirati al ripristino della mobilità ed elasticità della colonna vertebrale. In questo modo si potrà ritornare a svolgere le attività quotidiane in piena autonomia.
Dott.ssa Marta Maria Magda
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