Riabilitazione dell’articolazione temporo– mandibolare (ATM)
I sintomi di un disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare sono frequentissimi e possono presentarsi come: dolori alle orecchie, dolori al viso, click mandibolari, blocchi articolari o iper-mobilità, rigidità muscolari, dolori alla masticazione, bruxismo (l’abitudine a digrignare i denti), mal di testa. La riabilitazione temporo-mandibolare permette di risolvere questo tipo di problemi e di recuperare il benessere generale, con una buona occlusione dentale e un’ottima masticazione.
La Sindrome Femolo-rotulea
La sindrome femoro-rotulea è un disturbo che coinvolge la regione anteriore ed esterna del ginocchio. Consiste in una disfunzione della rotula durante i movimenti di flessione e di estensione della gamba. Colpisce maggiormente le donne e gli sportivi (tipo runner). Inizialmente il dolore si tratta tramite terapia fisica (tecar, laser, kinesio taping, ecc.) e poi si passa al potenziamento muscolare, in particolar modo del muscolo vasto mediale. È necessario concludere con una rieducazione propriocettiva e posturale mirata.
Fibromialgia
La fibromialgia è una sindrome caratterizzata, tra le altre cose, da dolore muscolare di tipo cronico. Tra i criteri diagnostici è fondamentale la palpazione dei tender point, tipici di questa malattia, che si trovano sul corpo umano. Oltre ai farmaci, l’esercizio fisico aerobico costante, lo stretching e la massoterapia sono importanti per la gestione del dolore e delle limitazioni funzionali di questi pazienti.
Artrosi
L’artrosi è un processo degenerativo che colpisce la cartilagine articolare. È un fenomeno molto comune nella popolazione. Sotto il profilo clinico si presenta come dolore e limitazione funzionale delle articolazioni colpite. La fisioterapia è una soluzione importante per la risoluzione di tale condizione, in quanto il movimento, la massoterapia e la terapia manuale possono essere proposti come terapie utili per il miglioramento della qualità della vita delle persone.
Rizoartrosi
È un dolore sporadico alla radice del pollice che tende ad accentuarsi durante alcuni movimenti quotidiani come aprire un barattolo, girare una chiave, ecc. Col passare del tempo questo dolore tende ad aumentare e a cronicizzarsi e, frequentemente, compare una deformità. La diagnosi clinica, un esame radiografico ed eventualmente una TAC, ci consentono di valutare la gravità del quadro artrosico e ci indirizzano verso il tipo di terapia per curare la rizoartrosi.
Sindrome e interventi per il tunnel carpale
Il tunnel carpale è una zona del polso attraversata dal nervo mediano e da nove tendini che dall’avambraccio giungono fino alla mano. La sindrome del tunnel carpale si caratterizza per un formicolio alle prime dita della mano, con conseguente intorpidimento, un disturbo che si presenta soprattutto nelle ore notturne e che può anche essere associato al dolore. I sintomi possono interessare l’intero arto superiore. È necessario rivolgersi a uno specialista per individuare gli interventi adatti alla guarigione del tunnel carpale.
Torcicollo e dolori cervicali persistenti
È un dolore abbastanza acuto localizzato nella regione cervicale, accompagnato da limitazione del movimento (ROM) del rachide cervicale. Può essere causato da posizioni scorrette, bruschi movimenti o da colpi di freddo. Si tratta con Terapia Manuale e stretching. Per alleviare questi dolori cervicali persistenti potrebbero essere utili sessioni di ginnastica posturale e programmi di esercizi mirati da fare a casa.
Sindrome degli hamstring: tendinopatia inserzionale
È una tendinopatia inserzionale prossimale di muscoli posteriori della coscia, un disturbo diffuso soprattutto in ambito sportivo. Può causare un ispessimento tendineo che comprime il nervo sciatico. Molto spesso è una complicanza dovuta a una problematica lesiva muscolare indiretta (stiramento, strappo). Si tratta con terapie fisiche, stretching, terapia manuale e ricondizionamento eccentrico della muscolatura coinvolta.
Lesioni muscolari
Le
lesioni muscolari sono causate da trauma diretto (come un calcio) o indiretto (forze distrattive di altra origine). Entrambe le tipologie di trauma sono classificate in base al loro livello di gravità.
Il trauma diretto può presentarsi con un cosiddetto grado lieve, moderato o severo. Nel primo caso l’individuo riesce comunque a compiere più della metà dell’intero arco di movimento; nel secondo caso compie meno della metà, ma più di un terzo, dell’intero arco di movimento; nel terzo caso la capacità di movimento è significativamente ridotta, in quanto inferiore a un terzo dell’arco di movimento totale.
Il trauma indiretto si classifica in contrattura, stiramento e strappo. Il trattamento riabilitativo dipende dal grado di lesione: in caso di stiramento muscolare si applica una terapia che limiti prima il versamento ematico (tecar, laser, linfodrenaggio), seguita da stretching e da lavoro muscolare, soprattutto in carico eccentrico.
Esercizi per il piede piatto (pes planus)
È un’alterazione di tipo morfologico del piede, caratterizzata da valgismo del retropiede e da una riduzione della cosiddetta volta plantare. Il trattamento del piede piatto spesso viene svolto attraverso esercizi correttivi, basati sul rinforzo e sull’allungamento di certi muscoli.
La fascite plantare
È un’infiammazione a carico della muscolatura che unisce il calcagno alle dita. E’ abbastanza comune negli sportivi, ma anche nei soggetti sovrappeso o con piedi piatti/cavi. La fascite plantare viene trattata con crioterapia, calzature adeguate, lavoro manuale sulla muscolatura coinvolta, terapie fisiche (ultrasuoni e/o onde d’urto, tecar) ed esercizi mirati. Nei casi più gravi è possibile effettuare un piccolo intervento chirurgico.
La tallonite: cause e rimedi
In genere colpisce gli sportivi e le donne in gravidanza, poiché la loro postura cambia in seguito all’aumento di peso che grava sul tallone, ma può essere anche la conseguenza di problemi reumatici o di una frattura. Per curare la tallonite serve individuare la causa scatenante e correggerla. Nella prima fase di dolore saranno utili terapie fisiche (tecarterapia, laser) e rieducazione posturale con esercizi propriocettivi e scarpe adeguate.
Metatarsalgia del piede
È una patologia dolorosa dell’avampiede, determinata da un appoggio scorretto delle ossa del piede al suolo, che comporta un’eccessiva distribuzione del peso del corpo sui metatarsi, con la formazione di callosità sulla pianta dell’avampiede. Spesso si presenta l’alluce valgo. La
metatarsalgia del piede normalmente viene diagnosticata tramite radiografia. Nei casi più gravi viene proposta una RM o un’ecografia dell’avampiede per Neuroma di Morton. La fisioterapia consiste in una terapia manuale e in esercizi mirati per migliorare il quadro dell’avampiede e ridurre l’eventuale alluce valgo.
La metatarsalgia del piede normalmente viene diagnosticata tramite Radiografia. Nei casi più gravi viene proposta RM o ecografia dell’avampiede per escludere metatarsalgia plantare di Morton. La fisioterapia consiste in una terapia manuale ed in esercizi mirati per migliorare il quadro dell’avampiede e ridurre l’eventuale alluce valgo.
Alluce valgo
È una deformazione a carico dell’articolazione metatarso-falange del piede, caratterizzata da deviazione laterale dell’alluce. Questa deformazione ossea è di solito associata a un’infiammazione della borsa mucosa che si trova alla base dell’impianto dell’alluce stesso. La fisioterapia consiste in una valutazione (spesso anche tramite radiografia o RM), in una terapia fisica per ridurre il dolore (tecar, laser) e in esercizi fisici mirati unitamente alla rieducazione posturale e alla terapia manuale.
Distorsioni della caviglia
Sono eventi traumatici tra i più frequenti nello sport. La maggioranza delle
distorsioni della caviglia avviene durante l’inversione del piede, ovvero con una rotazione della pianta del piede verso l’interno. In genere si procede con la RX (radiografia); in assenza di frattura, ma con segni clinici rilevanti, il medico può prescrivere una RMN oppure un’ecografia dei tessuti molli. In fase acuta si agisce con il classico protocollo RICE (riposo, ghiaccio, kinesio taping e assenza di carico completo), dopodiché la riabilitazione consiste nel controllo del dolore e dell’edema con terapia fisica, linfodrenaggio, recupero articolare (ROM), muscolare e propriocettivo.
Tendine d'achille
Il tendine d’Achille collega i muscoli del polpaccio al calcagno ed è responsabile della pluralità di movimenti che interessano piede e gamba. Sebbene sia un tendine molto resistente, se sottoposto a eccessivo sforzo può lacerarsi e arrivare a rompersi. La rottura del tendine d’Achille può essere parziale o totale. In alcuni casi serve un intervento fisioterapico che consiste in terapie fisiche (laser, tecar), kinesio taping, fisiokinesiterapia con esercizi mirati. Spesso risulta utile inserire un rialzo sotto al tallone.
La spalla congelata (capsulite adesiva)
La spalla congelata è una degenerazione dell’articolazione della spalla e dei tessuti molli circostanti, che causa una progressiva perdita di mobilità. Colpisce prevalentemente le donne (tra i 35 e i 50 anni) e ha origine infiammatoria o reumatica. Nelle fasi iniziali si ha un approccio conservativo, mentre in fase acuta, si interviene con terapia farmacologica e terapia fisica (tecar e/o laserterapia), associate a costante esercizio fisico sotto la supervisione del fisioterapista. Se i sintomi perdurano, sono utili infiltrazioni di cortisone oppure può rivelarsi indispensabile un intervento chirurgico.
Lussazione di spalla
La lussazione della spalla è un evento soprattutto di tipo traumatico che comporta la fuoriuscita della testa omerale dalla cavità glenoidea. Deve essere trattata rapidamente in pronto soccorso. Dopo un periodo di immobilizzazione con tutore, è necessario un periodo di esercizi di mobilizzazione e di rinforzo muscolare per un appropriato recupero funzionale e per evitare recidive, in quanto spesso i tessuti capsulo – legamentosi vanno incontro a lacerazioni e/o rotture.
La tendinosi calcifica di spalla
Patologia a carico soprattutto del tendine del muscolo sovraspinato, la tendinite calcifica di spalla consiste in un deposito di sali di calcio sulla superficie tendinea. I sintomi principali sono dolore intenso con segni di flogosi e limitazione funzionale. La diagnosi avviene attraverso RX (radiografia) e/o ecografia.
Esercizi per la spalla dolorosa
È una condizione caratterizzata da debolezza del muro anteriore della spalla (costituito dai muscoli sottoscapolare, dentato anteriore, deltoide e bicipite brachiale) in concomitanza a una retrazione della capsula posteriore che si verifica in atleti che praticano sport “overhead” (pallavolo, baseball ecc.). La spalla dolorosa si tratta con esercizi di rinforzo dei muscoli coinvolti, ovvero stretching della capsula posteriore ed esercizi propriocettivi per un maggior controllo del gesto atletico.
Lesione della cuffia dei rotatori
La cuffia dei rotatori è una struttura muscolare della spalla che comprende 4 muscoli: sovraspinoso (il più importante), sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare. Un’alterata funzionalità o una lesione della cuffia dei rotatori provoca la risalita della testa omerale verso la scapola con conseguente dolore e limitazione funzionale. In molti casi è necessario quindi un piano riabilitativo ben studiato: si procede alla riduzione del dolore tramite terapia fisica (tecar, laser), andando poi a rinforzare i muscoli e a ripristinare la mobilità della spalla. È importante il rinforzo dei muscoli abbassatori di spalla: grande pettorale, grande dorsale e parte del grande rotondo.
Legamento crociato anteriore
La lesione del legamento crociato anteriore è frequente in molti sport, insieme alla rottura di altre parti del ginocchio (menischi, collaterali, PAPE). La riabilitazione post-intervento è una fase essenziale per il recupero dell’atleta. Attenendosi a specifici protocolli di riabilitazione, seguirà un affievolimento del dolore e del gonfiore dell’arto con terapie fisiche (tecar, laser, ultrasuoni). Ne consegue il recupero articolare e muscolare con esercizi prima in catena cinetica chiusa (con il piede in appoggio) e poi in quella aperta. È fondamentale anche un piano di recupero propriocettivo. Il pieno ritorno allo sport è stimato in 6-8 mesi.
Borsite trocanterica all'anca
La borsa sinoviale è una piccola sacca che ha la funzione di ridurre l’attrito tra tendine e osso. La borsite trocanterica è l’infiammazione della borsa che si trova nella regione laterale dell’anca. Patologia frequente nei portieri di calcio, può essere causata da ripetuti traumi della zona o da squilibri muscolari. I sintomi più frequenti sono: dolore, rossore, calore e gonfiore sulla superficie laterale dell’anca. Il trattamento prevede l’utilizzo di terapie fisiche (tecar, laser, ultrasuoni) ed esercizi specifici per il tensore della fascia lata e per i muscoli abduttori. È possibile prevenire la borsite all’anca con l’utilizzo di opportune protezioni durante il gesto tecnico.
L'anca a scatto
È un disturbo nel quale l’anca si muove “a scatti”, spesso dolorosi, che non permettono a questa articolazione di muoversi in maniera fluida. È causato da problematiche all’interno dell’articolazione o dal contatto dell’anca con i tessuti molli circostanti con conseguenti tendiniti e/o borsiti. Questo disturbo viene trattato con esercizi di stretching, in particolare del muscolo ileopsoas e del tensore della fascia lata. I casi più impegnativi possono richiedere un intervento chirurgico.
Riabilitazione post-intervento protesi l'anca
L’intervento di protesi all’anca avviene in caso di un’importante artrosi o di alcuni tipi di frattura. Il chirurgo può utilizzare due accessi: anteriore (dal quadricipite) o postero-laterale (dai muscoli glutei). La riabilitazione post – chirurgica consiste nella diminuzione del gonfiore e della sintomatologia dolorosa, nel recupero dell’articolarità e della forza muscolare. Importanti, infine, sono gli esercizi di propriocezione e di recupero.
Sindrome del piriforme
La sindrome del piriforme è un disturbo che si manifesta quando il muscolo piriforme, situato nella regione del gluteo, comprime o irrita il nervo sciatico provocando un dolore di tipo sciatalgico. Spesso viene scambiato con la sciatalgia (infiammazione del nervo sciatico). La fisioterapia consiste in una valutazione mirata, in eventuali terapie fisiche (Crioultrasuono, laser, tecar), in terapia manuale e in esercizio fisico mirato.
Ernia del disco
Se l’ernia del disco non prevede l’intervento chirurgico, il fisioterapista potrà intervenire in modi diversi. Un insieme di esercizi mirati (dolci, senza dolore), di stretching e di esercizi di rafforzamento serve a raggiungere la minore pressione sul nervo. La Tens resta sempre un’ottima terapia per sfiammare e alleviare il dolore. Dopodiché è molto utile la riabilitazione posturale globale.
Epicondilite (gomito del tennista)
È un processo infiammatorio che colpisce soprattutto il tendine dell’estensore radiale breve del corpo. Oltre agli sportivi, l’epicondilite può colpire chi utilizza utensili che richiedono una presa salda o chi utilizza strumenti che producono forti vibrazioni (come, per esempio, martelli pneumatici). Oltre all’esame clinico può essere utile effettuare un’ecografia. Per il dolore è possibile avvalersi di crioterapia (ghiaccio), tecar o laser associati o meno a onde d’urto. È quindi necessario il recupero funzionale dei muscoli coinvolti in particolare con lo stretching e il rinforzo.
Esercizi per l'epitrocleite (gomito del golfista)
L’epitrocleite (gomito del golfista) è una patologia che colpisce i muscoli mediali del gomito, come i flessori del carpo e il palmare lungo. Oltre agli sportivi, colpisce chi muove molto il gomito durante le sue attività lavorative. Oltre all’esame clinico, può essere utile effettuare un’ecografia. Per il dolore è possibile avvalersi di antinfiammatori (nella prima fase), di tecar o laser associati o meno a onde d’urto, di terapia manuale e di esercizio fisico specifico. È quindi necessario il recupero funzionale dei muscoli colpiti dall’epitrocleite con particolari esercizi di rinforzo e di stretching.
La distorsione del ginocchio
Possiamo distinguere 3 livelli di distorsione del ginocchio: primo, secondo e terzo grado. Il primo grado è il meno complesso, il secondo è l’intermedio, mentre il terzo grado corrisponde alla lesione quasi totale dei legamenti. Dopo la diagnosi e il primo intervento, mirato a immobilizzare l’arto per un periodo di riposo, si eseguiranno delle sedute fisioterapiche destinate a far riacquistare forza e funzionalità al ginocchio. Per ridurre velocemente dolore, gonfiore e infiammazione, servono antinfiammatori, ma anche sedute di ultrasuoni, magnetoterapia, tecar e laser.
Sindrome della badelletta ileo-tibiale
È una patologia diffusa tra i podisti, chiamata spesso anche “ginocchio del corridore”. Si presenta come un’infiammazione della regione laterale della coscia dovuta principalmente a sovraccarico funzionale. Nella fase acuta sono utili la crioterapia, la tecar, il laser, gli ultrasuoni, la digitopressione e lo stretching. Il trattamento riabilitativo per la sindrome della bandelletta ileotibiale consiste nel rinforzo dei glutei, di tutti i muscoli della coscia e del polpaccio. In rari casi si ricorre alla chirurgia.
La sindrome retto-adduttoria (pubalgia)
La pubalgia è una patologia che colpisce i tendini dei muscoli adduttori e addominali. Principalmente è dovuta a squilibri muscolari e posturali. Durante la prima fase si può trattare con terapie fisiche e con antidolorifici. Sono necessari trattamenti quali massaggio trasverso profondo, stretching ed esercizio eccentrico degli adduttori e una buona rieducazione posturale.
Discopatia
La discopatia è un’alterazione degenerativa del disco intervertebrale: il “cuscinetto” fibrocartilagineo tra due vertebre perde progressivamente elasticità diminuendo il suo spessore (altezza). La diminuzione dello spazio tra le vertebre e l’alterazione del movimento, a livello del segmento interessato, porta al manifestarsi del mal di schiena. La discopatia può interessare un solo disco o essere estesa a più dischi; di cui i più frequenti sono L4-L5 ed L5-S1. Nella prima fase, si consigliano il riposo e la terapia farmacologica per abbassare il livello di infiammazione. Nella seconda fase, si prosegue con le terapie antalgiche (tecar, laser, Tens) ed eventualmente pompage dolce, massoterapia ed esercizio fisico mirato.
Lombalgia
La lombalgia è un dolore localizzato nella zona lombare (bassa schiena) che si può irradiare fino alle natiche. Può dipendere da problemi della colonna vertebrale (protrusioni, ernie, discopatie, problemi congeniti), muscolari (contratture, strappi), ma anche da criticità degli organi addominali che devono essere riconosciute e trattate diversamente. Le comuni lombalgie si possono trattare con terapie fisiche antalgiche (laser, Tens, tecar), massoterapia, pompage, manipolazioni vertebrali, trattamento Trigger Point (digitopressione) e ginnastica posturale individuale.
Stenosi lombare
La stenosi lombare è un restringimento del canale vertebrale a livello lombare che comporta la compressione dei nervi spinali. Può essere genetica oppure acquisita. Il paziente prova dolore durante la deambulazione e spesso deve fermarsi. Nei casi meno gravi è possibile trattare i sintomi con la ginnastica posturale dolce, con lo stretching e con la mobilizzazione della colonna. Nei casi in cui si necessita di intervento chirurgico, viene prescritto un percorso riabilitativo post-intervento.
La cruralgia (sciatica frontale)
La cruralgia è il termine medico che indica la presenza di dolore lungo la faccia anteriore e/o interna della coscia, esattamente nella zona percorsa e innervata dal nervo crurale. Derivante dal plesso lombare, il nervo crurale (o nervo femorale) è un importante e voluminoso nervo periferico degli arti inferiori; lungo il suo percorso dall’addome al lato interno del piede, questo nervo attraversa la parte antero-mediale della coscia e la faccia mediale della gamba. Avente sia una funzione motoria che una funzione sensitiva, il nervo crurale contiene le fibre nervose delle radici spinali L2, L3 ed L4. Nella prima fase viene trattata con terapia fisica (crioultrasuono, tecar, Tens) e, nella seconda fase, con lo stretching mirato, con la terapia manuale, con il Pompage e l’esercizio fisico. La rieducazione posturale sarà di grande aiuto.
Il dorso curvo (iper-cifosi dorsale)
È un’alterazione della normale cifosi dorsale. Nei giovani il dorso curvo più comune è quello di tipo astenico, dato da uno squilibrio dei muscoli della colonna vertebrale. Il trattamento conservativo consiste in un lavoro di ginnastica posturale che va a rinforzare o ad allungare determinati gruppi muscolari, a seconda dei casi. In casi particolari, può essere necessario l’utilizzo anche di un corsetto contenitivo.
La sciatalgia (colpo della strega)
La sciatalgia è un dolore alla schiena e alla gamba invadente e limitante, che è difficile, se non impossibile, ignorare. Questa patologia colpisce più gli uomini che le donne. La sciatalgia è un’infiammazione del nervo sciatico, le cui radici si trovano nel tratto lombo – sacrale della colonna vertebrale. Il nervo sciatico si fa strada tra vari muscoli, attraversa il bacino e corre lungo la coscia, per poi dividersi in due rami (nervo tibiale e nervo peroniero comune) all’altezza del poplite, cioè la parte anatomica che sta dietro al ginocchio. Nella prima fase del dolore servono tanto riposo (con la postura giusta) e antinfiammatori abbinati a terapia fisica, tipo laser o tecar. È importante approfondire con test clinici e, se il caso, con RM. Dopodiché viene applicato il programma fisioterapico mirato con le sedute individuali.