La spalla è una struttura particolarmente mobile e molto complessa del corpo umano, e per questo motivo è spesso dolorante.
Le cause del dolore alla spalla
Il dolore alla spalla può essere provocato dal conflitto subacromiale, dalla lesione del tendine sovraspinato o dall’infiammazione della cuffia dei rotatori.
Praticando sport come il rugby o il tennis, l’atleta sollecita la spalla in maniera anomala, procurandosi lesioni da sovraccarico. Il corpo umano, per fortuna, manda dei segnali, come per esempio infiammazioni e gonfiori, che aiutano a capire che la spalla sta soffrendo. A questo punto è necessario intervenire in maniera svelta e corretta.
Senza una buona e giusta cura, infatti, si può perdere la mobilità completa della spalla. Dall’inizio possono risultare dolorosi i movimenti compiuti fuori dal campo visivo oppure quelli sopra la testa.
La calcificazione della spalla
Qual è il meccanismo che porta un tendine a calcificarsi? E cos’è una calcificazione? Andiamo con ordine.
Quando la spalla si infiamma, sta mandando una risposta alla lacerazione del tendine; e dove c’è la lesione, il tendine cerca di ripararsi e forma una cicatrice. Con il passare del tempo il tendine va in forte sofferenza, l’omero si avvicina sempre di più all’acromion, creando una cicatrice.
Con frequenti microlesioni del tessuto, poi, la cicatrice diventa sempre più spessa, dura, rigida, formando una calcificazione. Quest’ultima è un meccanismo che crea accumuli di sali di calcio in zone particolarmente sollecitate. Si tratta di un processo che viene attivato dal corpo umano come autoprotezione dalle sollecitazioni.
Nel caso della spalla, la calcificazione aiuta a mantenerla più forte, ma anche più rigida. Non è consigliabile andare a sciogliere le calcificazioni con onde d’urto o infiltrazioni, perché vorrebbe dire intervenire contro il meccanismo di protezione attivato dall’organismo stesso.
Riabilitazione della spalla dolorosa: quando iniziarla?
La riabilitazione, svolta già dal secondo giorno, aiuta a recuperare mobilità e a guarire più velocemente. Perciò per far guarire la lesione, la calcificazione o la borsa subacromiale infiammata, il tendine deve essere attivato e rinforzato. Lo stimolo immediato aiuta ad accelerare il processo di riparazione e a creare tessuto nuovo.
In questo modo il corpo può ricominciare a sopportare meglio tutti i carichi richiesti.
La diagnosi della spalla dolorosa
L’esperto, durante la prima visita, procede a effettuare i vari test diagnostici, come P.E., il test di Neer, il test di Hawkins o il Palm Up test.
Per confermare la diagnosi e formulare un programma riabilitativo per la spalla, è necessario effettuare anche alcuni test strumentali, come l’ecografia comparata delle due spalle, la risonanza magnetica e, nel caso in cui si sospetti un danno alle ossa, la radiografia.
L’importanza della fisioterapia alla spalla
Non sono rari i casi in cui un tendine lesionato e diagnosticato come tale da esami specifici, non causa dolore poiché non si è subito un trauma. Si tratta, a dire il verso, di circa il 50% dei pazienti con usura del tendine sovraspinato.
In questi casi, quando cioè la risonanza magnetica evidenzia lesioni ma la spalla non fa male, non bisogna fasciarsi la testa né pensare al peggio. Bisogna, invece, contattare immediatamente un fisioterapista esperto in grado di trattare con cura i muscoli.
È stato scientificamente dimostrato, infatti, che nel caso in cui il tendine sia lesionato, sono proprio i muscoli a garantire le ottimali funzionalità della spalla. È importante concentrarsi sulla parte sana del tendine.
Nei casi in cui, invece, si sia subito un trauma, è necessario comunque rivolgersi sempre a un medico.
Spalla dolorosa: come si cura per guarire
La scienza parla chiaro: ci sono terapie più indicate per la guarigione e altre, invece, meno risolutive per lesioni/tendinopatie del sovraspinato.
Il riposo non è una buona soluzione per la spalla dolorosa, come non lo è l’intervento chirurgico di decompressione subacromiale. Anche infiltrazioni nella spalla o terapie fisiche come tecarterapia, ultrasuoni, oppure onde d’urto non portano alla guarigione permanente. Esse, a volte, migliorano soltanto le condizioni generali della spalla nel breve periodo, ma possono aumentare la debolezza e la degenerazione del tendine.
Sicuramente le terapie più efficaci in assoluto sono quelle naturali. Nella fase di dolore acuto servono applicazioni di ghiaccio ed esercizi terapeutici, con carico graduale, che aiutano a recuperare la capacità di sopportare e contrastare forze e sollecitazioni esterne, e a far guarire la spalla.
Un programma riabilitativo per il trattamento della spalla dolorosa deve comprendere esercizi di rinforzo muscolare, ricondizionamento tendineo e mobilità della spalla con carico ottimale. Praticamente da subito si svolgono esercizi isometrici, aumentando il carico gradualmente a livelli crescenti, ma sempre in assenza di dolore.
Di aiuto, infine, può essere l’applicazione di K-taping. I benefici di questa tecnica sono:
- Ripristino della corretta tensione muscolare;
- Incremento della circolazione linfatica attraverso azioni di drenaggio;
- Riduzione del dolore;
- Aumento di mobilità senza dolore.
Esercizi per la spalla dolorosa
1. Esercizio di trazione (decoptazione) della spalla per decomprimere le determinazioni nervose:
Trascorsi 7 giorni, ha inizio la fase di cicatrizzazione, diminuisce il dolore e il braccio comincia ad avere maggiore mobilità.
2. Esercizi di rinforzo della spalla:
Il braccio a 90 gradi si piega contro la resistenza esercitata dalla mano opposta, per una durata di circa 30 secondi.
Il braccio a 90 gradi viene portato in rotazione esterna (contro l’altra mano oppure la parete che esercita resistenza), per una durata di circa 30 secondi.
Da eseguire per circa 1 minuto.
Eseguire le flessioni sulle braccia, per una durata di circa 30 secondi.
Da eseguire con l’elastico, per una durata di circa 30 secondi.
3. Esercizio (dinamico).
Da eseguire davanti alla porta, comprimendo la palla, portando il braccio in flessione anteriore. In questo caso il movimento proviene dalla mano e non dalla spalla.
4. Esercizio (dinamico).
Da eseguire in decubito laterale, con spessore sotto il braccio, e usando un manubrio: si porta la spalla in rotazione esterna.
5. Esercizio contro il dolore della spalla, da svolgersi in posizione supina con diverse posizioni del braccio.
Alcuni movimenti causano più dolore di altri. È il caso, per esempio, di:
- Flessione;
- Estensione;
- Abduzione;
- Intrarotazione (quando, cioè, si porta indietro il braccio);
- Extrarotazione (quando, cioè, si porta la mano dietro la testa e si apre il gomito).
A seconda di quale sia il movimento più doloroso, è importante eseguire l’esercizio in una posizione di minor difficoltà.
- Se il movimento che fa più male è quello di flessione, essa verrà eseguita in posizione sdraiata, a pancia in su;
- Se, invece, è l’abduzione, l’esercizio va svolto da sdraiati e con il pollice rivolto verso l’alto;
- In caso fosse la intrarotazione, bisogna portare il braccio in fuori, con il gomito piegato a 90 gradi, e ruotare internamente;
- Invece, se problemi si presentano nell’extrarotazione, per provare meno dolore si consiglia di mantenere la stessa posizione e lascia andare la mano all’indietro anziché in avanti.
L’importanza della forza muscolare e dei movimenti delle spalle
Non appena si presentano i primi accenni di dolore è opportuno rivolgersi a un esperto della spalla che possa seguire il caso con attenzione passo dopo passo, in modo sicuro, verso la guarigione.
Certo è che prevenire i sintomi della spalla dolorosa è possibile. Come? Stimolando i tendini con esercizi fisici che mantengano una buona mobilità e una migliore forza delle spalle.
Nel caso in cui il dolore non passi e perduri più di 3 o 4 mesi, significa che ha già raggiunto la fase cronica. Il sistema nervoso si è sensibilizzato al punto da percepire la spalla sempre come dolorosa. Solo un buon percorso fisioterapeutico può aiutare a recuperare l’utilizzo della spalla in maniera ottimale.
Dott.ssa FT Marta Maria Magda
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